Roberto Benigni e il business della “Diabolica Commedia”

 

Il grande appuntamento si avvicina!
È sempre più evidente, soprattutto dopo che il Saggio “O Dante o Benigni“, pubblicato da Arduino Sacco Editore, Roma, ha dimostrato la grave incompetenza del comico toscano in materia dantesca, che il Tutto Dante altro non è che un clamoroso business a danno di chi crede di imparare qualcosa del Sommo Poeta fiorentino che Benigni “ama” sempre in maniera  volgare e insidiosa, tanto che gli viene perfino voglia di violentare un minorenne… sia pure tavolo! Documento sonoro 

Il documento pubblicitario è stato scaricato da http://www.corymbusviaggi.it/aProgrammi.asp?imo=125

 
Roberto Benigni e il business della “Diabolica Commedia”

Il grande appuntamento si avvicina!

È sempre più evidente, soprattutto dopo che il Saggio “O Dante o Benigni“, pubblicato da Arduino Sacco Editore, Roma, ha dimostrato la grave incompetenza del comico toscano in materia dantesca, che il Tutto Dante altro non è che un clamoroso business a danno di chi crede di imparare qualcosa del Sommo Poeta fiorentino, indotto a questa convinzione dal martellante sostegno dei mezzi di comunicazione di massa che, per un verso o per l’altro, partecipano agli utili.

Il manifestino di propaganda della “Columbus Viaggi” dimostra con evidenza inoppugnabile quale grande occasione Roberto Benigni offra al mercato e a se stesso prima di tutto.

Che io debba spendermi ancora in dimostrazioni mi sembra superfluo: qui si voleva semplicemente offrire un contributo concreto e vistoso a quanti cercano di comprendere a fondo le cause del successo dello “spettacolo culturale” di Benigni, tanto vasto quanto immeritato e dannoso.

Per gli approfondimenti rinvio innanzi tutto alla lettura del saggio citato (sconto di circa 4 Euro sul sito http://www.ibs.it/code/9788863545050/bernabei-amato-m/o-dante-o-benigni.html) e in mancanza del libro, o come introduzione e sussidio, alle schede seguenti:

 -  Introduzione al Saggio “O Dante o Benigni”:
http://www.odanteobenigni.it/?page_id=118

-  Il Dante di Benigni è una dannosa illusione:
http://www.odanteobenigni.it/?page_id=2

-  Il Dante di Benigni: “…mi viene il voltastomaco” (F. Zeffirelli):
http://www.odanteobenigni.it/?p=1382

-  Benigni Dante: ancora l’assurdo ma consacrato binomio:
http://www.odanteobenigni.it/?p=1365

-  La business laurea honoris causa:
http://www.odanteobenigni.it/?p=723

Vale la pena di prestare attenzione all’enfasi e al dilettantismo di cui fanno uso i mezzi di comunicazione per presentare, a nostro avviso in maniera assai distorta, come appuntamento di grande cultura quello che evento non potrà mai essere, se non sotto il profilo dell’affare di mercato.
Rileggiamo la “locandina” dei Soci Coop. 

Incanto, estasi, emozione

come ci trovassimo di fronte alla Pietà del Michelangelo, a un “panneggio bagnato” di Fidia,  alla “Notte stellata” di Van Gogh, alla cupola del Brunelleschi, e non a uno sprovveduto “professore” arruffone dalla sgradevole voce “ranesca”. 

Questo e tanto altro è TuttoDante

solita formula in cui il “tanto altro” è nient’altro e certamente meno di quello che s’è dichiarato… 

lo spettacolo che Roberto Benigni dedica alla Divina Commedia e ai canti di Dante Alighieri

la congiunzione “e” dovrebbe accostare due differenti soggetti, ma ci sembra che sarebbe bastato solo uno dei due termini, essendo l’uno la ripetizione dell’altro (la Divina Commedia e i Canti), dal momento che della Commedia in generale Benigni ha sempre poco detto e forse nulla ha da dire. 

L’evento, ormai divenuto opera teatrale, è partito nel 2006 proprio da Firenze ed è lì che torna

qualcuno dovrà spiegare all’estensore del testo pubblicitario la differenza fra un’esibizione spettacolare e un’opera di teatro. 

Piazza Santa Croce diventerà di nuovo Inferno

la metafora diviene accettabile solo se si riferisce all’inferno cui Benigni condanna l’Inferno dantesco; 

e in questo scenario Roberto Benigni, fidato “Virgilio” per gli spettatori, spiegherà e leggerà il poema italiano più invidiato e acclamato al mondo

un ricalco dello sciovinismo di cattivo gusto del quale Benigni è maestro; Benigni che non si vede proprio, date le raffazzonate conoscenze, come potrà mai spiegare Dante. 

Scavalcando il tempo, l’attore fiorentino ricongiungerà l’attualità alla poesia

pensiero che non ha senso: che vuol dire ricongiungere l’attualità alla poesia? L’attualità ne è disgiunta?  Non importa l’intenzione di chi voleva dire, conta quello che è stato detto: perché le caratteristiche e gli interessi del mondo contemporaneo non dovrebbero comprendere anche la poesia? Per quanto caratterizzata da una profonda crisi, credo che la modernità sia più carente di volontà di scelta estetica che di talenti. Poeti e prosatori veri ce ne sono, ma è più comodo dare evidenza a quelli falsi, capaci però di piazzare i loro prodotti sulle bancarelle… 

prendendo per mano la platea sino alla declamazione dei versi del divin poeta

declamazione!
Direi piuttosto “recitazione, sulla sedia, della poesia di Natale”, con intonazione monotona e cantilenante e iterazione ossessiva di gesti (compreso l’asciugamento del sudore con il sempre fedele fazzoletto bianco) e con le immancabili lacune di memoria (a volte vere e proprie deformazioni). 

L’avventura, iniziata nel 2006, conta al momento 600mila spettatori nel corso dei 99 spettacoli ospitati in 50 città.

Vogliamo fare i calcoli degli introiti considerando una media “clemente” di 25€ a biglietto? 600.000×25 fa 15 milioni di Euro, senza contare  i contratti televisivi, sia con la Rai (7.500.000 Euro soltanto nel periodo fine di novembre 2007 febbraio 2008) che con le pay-tv, i dvd, il cosiddetto libro (Il mio Dante) e via dicendo. 

Ventisei le esibizioni in lingua

In quale lingua? anche poliglotta?

che il premio Oscar

si allude alla Miramax o a Benigni?… 

ha tenuto all’estero: 100mila appassionati lo hanno apprezzato a Londra, Parigi, Zurigo, Lugano, Bruxelles, Monaco, Ginevra, Colonia, Francoforte, Madrid, Atene, Patrasso, Basilea, New York, San Francisco, Montreal, Boston, Toronto, Quebec City e Chicago.

Altri 100.000 biglietti (qualche altro milione di Euro) di cui tener conto… 

All’emozionante tributo che Benigni fa al sommo poeta fiorentino sono state dedicate due prime serate e 13 seconde serate su Rai Uno (quelle di cui si parlava), mentre in PayTv è stato visto da 12 milioni di spettatori con uno share pari al 45%.

Emozionante “tributo” o impunita offesa?
Siamo comunque arrivati al dunque: lo “share“… questa è la chiave di lettura del fenomeno Benigni: l’indice di gradimento, e quindi di ascolto, non certo riservato a Dante, visto che il comico fu relegato in seconda serata per la messa in onda delle famose 13 puntate registrate in Piazza Santa Croce a Firenze, quando la Rai si accorse che senza le trite battute su Berlusconi, la sola lettura di Dante non “rendeva”. 

Chi ha volontà di intendere, intenda.

Un parere concorde, anche se meno stizzito di quello che in genere
viene espresso sulle pagine di questo Sito

Universo Università 2008, ottava puntata, terza serie: dall’Aula Magna Santo Mazzarino del Monastero dei Benedettini di Catania, in occasione di uno degli appuntamenti relativi al ciclo di seminari organizzati dal Dipartimento di Filologia Moderna dell’Università di Catania; incontro incentrato su Dante e il linguaggio delle anime defunte. Relatore il Professor Stefano Carrai, docente di Filologia Italiana e Critica della Letteratura all’Università di Siena e membro della Società dei Filologi italiani e danteschi. 

                               Il conduttore della rubrica Universo Università, chiede al Chiarissimo Professor Nicolò Mineo, Ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università di Catania:

 

Benigni che legge Dante in Tv
può servire ai giovani?

 “È un aspetto questo abbastanza complesso, di difficile decifrazione, perché sicuramente [Benigni] ha un effetto di divulgazione, di messa all’ordine del giorno di un classico. Da questo punto di vista dovremmo essere lieti della cosa.
Per altro verso siamo dinanzi a un fenomeno di banalizzazione, poi in effetti, perché il testo diventa un testo interscambiabile col Pinocchio di Collodi o qualcosa del genere; allora, dinanzi alla tragicità assoluta di un’opera come questa che parla dei destini eterni, credo che la maniera di approccio di Benigni – che poi gli viene da Sermonti, anche se Sermonti ha cercato di prendere le distanze – , cioè il trovare anche elementi di comicità là dove Dante non intendeva metterli, oppure elementi di commozione, di sentimentalismo ecc. che non sono nella Divina Commedia, ecco, tutto questo può avere poi un effetto di divulgazione e al tempo stesso di deviazione del senso reale di quello che è questo grande testo”. 

Esattamente quella che io chiamo divulgazione dell’ignoranza!

Amato Maria Bernabei

 

 

 

 

 

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